martedì 14 maggio 2013

Il DNA


Il DNA
Enormi progressi sono stati fatti nel campo della genetica, in particolare all inizio dello scorso secolo. Ma nei primissimi anni del XX secolo tra gli scienziati c'era ancora molto scetticismo sulle modalità di trasmissione e dell erediterietà dei caratteri.
Durante le primissime analisi del materiale ereditario vennero identificate delle proteine ed una sostanza, l acido desossiribonucleico (DNA). Le proteine essendo polimeri composti da 20 amminoacidi avevano molta variabilità, e questo porto gli scienziati a credere che fossero proprio le proteine a custodire il codice genetico.
Nel 1869 Miescher sintetizzò per la prima volta il DNA, a cui diede il nome di acido nucleico (contenuto nel nucleo). Successivamente vennero condotti molti esperimenti e si notò che il DNA era composto da nucleotidi. Ogni nucleotide è composto da una base azotata, uno zucchero a 5 atomi di carbonio (desossiribo) e da un gruppo fosfato.
Vi sono diversi tipi di basi azotate: Purine (due anelli) e Pirimidine (un anello), a loro volta divise in Adenina (A) e Guanina (G)
Citosina (C) e Timina (T)
Quindi il DNA è composto da quattro tipi di nucleotidi che differiscono solo per pirimidina e purina.
Finalmente nel 1943 un medico canadese sfatò il mito delle proteine come custodi del codice genetico, e si comprese meglio il ruolo del DNA.
Quattro scenziati con tre esperimenti differenti, riuscirono successivamente ad avvalorare ulteriormente la tesi del DNA.
Il primo fu quello di Hersey e Chase (che spiegherò meglio in un altro articolo), il secondo invece fu quello di Mirsky, che dimostrò che le cellule somatiche contengono quantità uguali di DNA, mentre i gameti (sia maschili che femminili contengono la metà esatta dello stesso materiale.
Il terzo e ultimo esperimento fu quello di Chargaff, che analizzò il contenuto e la presenza di Purina e Pirimidina nelle cellule di diversi tipi di forme di vita.
Egli concluse che le basi azotate non sono presenti in proporzioni uguali, la proporzione delle basi azotate è la stessa negli individui della stessa specie, ma varia da una specie all altra, ciò permise di intuire che potesse esserci un linguaggio proprio delle basi azotate.

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